Crescono le adozioni dei “trovatelli” ma aumentano, anche, i nuovi abbandoni. Lo rende noto l’Ente Nazionale Protezione Animali in occasione dell’edizione 2018 della “Giornata antiabbandono”, che si svolge con il supporto di Petreet, al fianco di Enpa per la seconda volta, sabato 30 giugno e domenica 1° luglio in oltre 140 piazze italiane. Qui i volontari Enpa faranno sensibilizzazione su randagismo, tutela animale, prevenzione dei reati contro gli animali. Tema forte, questo, della campagna estiva – il claim recita “Abbandonarmi è un reato! Testimonia” – realizzata gratuitamente dall’agenzia “Rubis&Trubis” per Enpa.
«Censire tali delitti è estremamente difficile, tuttavia – spiega Marco Bravi, presidente del Consiglio Nazionale di Enpa e responsabile del Centro Comunicazione e Sviluppo Iniziative – sono sempre più numerosi i rinvii a giudizio e i procedimenti penali che arrivano a sentenza di condanna. Ricordo, ad esempio, un 50enne bergamasco condannato a 10 mesi per avere ucciso un cane a colpi di balestra o la condanna a 3 mesi inflitta a un 53enne calabrese, reo di aver preso a calci un cucciolo nella stazione di Firenze».
Tra i reati contro gli animali c’è anche l’abbandono (arresto fino a un anno o ammenda da mille a 10mila euro) e si tratta, purtroppo, di uno dei più diffusi. Dati esaustivi non ce ne sono – come il randagismo, è un fenomeno difficile da monitorare, anche se alcune indicazioni possono venire dal numero di ingressi nei canili sanitari. Al riguardo il Ministero della Salute parla, per il 2016, di circa 89mila animali. Si tratta di randagi soccorsi sul territorio e affidati, come prevede la legge, a una struttura d’accoglienza; purtroppo non tutti i trovatelli hanno la “fortuna” di essere recuperati e, quindi, di entrare nelle rilevazioni statistiche. I numeri dunque sono approssimati per difetto.
Se gli abbandoni sono un lato della medaglia, l’altro – decisamente più incoraggiante – è rappresentato dalle adozioni nei canili. Anche in questo caso non ci sono rilevazioni statistiche, tuttavia si può ricavare una linea di tendenza (con tutte le cautele del caso) dalle strutture gestite da Enpa a vario titolo in tutta Italia. Solo nel 2017 i rifugi dell’associazione hanno trovato famiglia a più di 15.700 animali (non solo d’affezione). Si tratta ancora di una stima perché la raccolta dati è in corso. Comunque, i numeri del 2017 non dovrebbero discostarsi da quelli del 2016, quando a trovare una casa sono stati circa in 19mila (erano 17.950 nel 2015). Tra il 2015 e il 2017, a fronte di 97mila animali accolti (la media è di 32.500 l’anno) l’Enpa è riuscita a farne adottare ben 52.650. A questi vanno aggiunti i cani e i gatti adottati con il progetto Rete Solidale – 3.700 nel 2017 e 2.550 nel 2016 – lanciato da Enpa nel 2013 per creare sinergie tra tutte le professionalità e tutte le realtà associative del nostro Paese. «La tendenza fa ben sperare – aggiunge Bravi – perché se la battaglia contro il randagismo non è ancora vinta, la solidarietà fortunatamente sembra non avere mai fine».
Con quelle di cani e gatti sono cresciute anche le adozioni (e quindi gli abbandoni) degli “altri” animali: ben 2.850 (conigli, agnelli, caprette, iguane, ecc) tra il 2015 e il 2017. «È un dato su cui bisogna riflettere – conclude Marco Bravi – perché se gli abbandoni “tradizionali” sono un fenomeno noto che catalizza l’attenzione dell’opinione pubblica, il nuovo randagismo è ancora poco conosciuto e non ha lo stesso impatto emotivo. Per questo, la giornata antiabbandono è dedicata anche agli “altri trovatelli”».